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RingraziandoLa, e rimanendo a disposizione per ulteriori informazioni, porgo distinti saluti. | RingraziandoLa, e rimanendo a disposizione per ulteriori informazioni, porgo distinti saluti. | ||
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+ | ==== Mail da Antonio Di Pietro ==== | ||
+ | Bruxelles, 1 luglio 2004 | ||
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+ | Gentile sig. Subiaco, | ||
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+ | rispondo alla Sua mail del 30 giugno relativa alla Direttiva europea sulla brevettabilità dei software e desidero ringraziarLa sinceramente per aver posto alla mia attenzione le puntuali considerazioni. | ||
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+ | Come Presidente di Italia dei Valori e membro al Parlamento europeo della Commissione Giuridica, posso assicurarLe che condivido pienamente le Sue più che giustificate preoccupazioni. La brevettabilità del software è una materia molto delicata, in quanto di così vitale importanza per lo sviluppo e la sopravvivenza delle stesse PMI, vero e proprio motore dell'economia italiana. Ritengo, quindi, sia un mio preciso dovere contrastare con ogni mezzo a mia disposizione il pericoloso tentativo portato avanti da potenti multinazionali che, nel caso dei approvazione della proposta di direttiva, diverrebbero le principali nonché esclusive beneficiarie di un simile provvedimento. | ||
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+ | Per questo motivo, ho assicurato il mio pieno sostegno agli emendamenti compromissori di Rocard, sottoscrivendoli personalmente e, coerentemente, seguirò tale linea anche in occasione della votazione finale prevista nella plenaria del 6 luglio prossimo a Strasburgo. | ||
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+ | Cordialmente, Antonio Di Pietro | ||
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Versione delle 16:42, 1 lug 2005
NO alla brevettabilità del software
Proposta di servizio inviata a Noveinpunto (trasmissione di radio24)
Gent.ma redazione di Noveinpunto,
volevo segnalarvi un tema caldo in questi tempi, riguardante nello specifico le imprese e le associazioni che si occupano di software in Europa, ma che di riflesso coinvolge pesantemente tutti gli ambiti della vita moderna.
Da alcuni anni, la Commissione Europea intende approvare una legge sulla brevettabilità del software, ora coperto, sottoforma di codice, dalla normativa sul diritto d'autore, similmente a quanto accade negli Stati Uniti. La votazione finale della Direttiva avverrà il 5 o 7 luglio.
Questo atto andrebbe ad instaurare de facto un rafforzamento della posizione dominante delle major del software, creando un molopolio o un oligopolio. Tutto ciò non appare nemmeno in linea con le azioni precedentemente intraprese in passato a livello comunitario dal commissario monti nel caso Microsoft.
Mentre con il diritto d'autore si tutela il codice del programma, con un brevetto si potrà estendere tale tutela anche ad una mera idea - come ad esempio l'idea di un cavatappi. Sono già stati richiesti i brevetti per idee, che tali non sarebbero, quali il click del mouse per svolgere un'azione, oppure l'operatore di diseguaglianza nel codice sorgente, e altre idee che vengono utilizzate oggi praticamente in tutti i software in circolazione.
Secondo la legge italiana sui brevetti per invenzione e la Convenzione sul Brevetto Europeo, per essere suscettibile di brevetto, un prodotto o metodo di produzione dovrebbe soddisfare alcuni requisiti principali, tra i quali quello di industrialità, novità, creatività e sufficienza di descrizione. È pacifico notare come “idee” banalissime, a volte appartenenti a concetti informatici comuni, utilizzati già da un ventennio e oltre, non posseggano alcuni di tali requisiti.
Inoltre, la proposta di legge in questione non chiarisce in modo puntuale cosa si potrà o non si potrà brevettare di fronte a del software; questo sarà un tallone d'Achille che le multinazionali potrebbero sfruttare a loro vantaggio, brevettando tutto il possibile. Quello che è brevettabile, infatti, secondo la direttiva Ue, dovrebbe diventare la "Computer implemented Invention", cioè l'invenzione che utilizza il computer. Una terminologia estremamente generica che lascia spazi interpretativi enormi e che invece, vista la strategicità del problema, dovrebbe colmare.
Al fine di affermare la propria posizione dominante, le major del settore - che, è bene ricordare, sono per la maggior parte non europee - avranno la possibilità di registrare brevetti per coprire tutti gli ambiti dello sviluppo del software, determinando la paralisi morte delle piccole e medie imprese europee, che sono la maggioranza. Queste spesso non dispongono di mezzi economici sufficienti per accedere alle protezioni brevettuali, o per pagare royalties su idee coperte, o dover ulteriormente analizzare il codice prodotto, verificando la NON violazione dei brevetti registrati.
Per dimostrare l'effettiva contraddittorietà della riforma, c'è chi utilizza un paragone con la Musica. È come se un giorno fosse possibile brevettate scale, note, accordi. Se venisse brevettata la Scala Pentatonica, improvvisamente buona parte della musica blues e parte della classica violerebbe tale brevetto, e tutti gli autori dovrebbero improvvisamente pagare royalties.
Questa tendenza quindi ucciderebbe la reale creatività umana, proteggendo soltanto chi detiene il potere economico, che con questa abile mossa potrebbe meglio controllare ogni forma di invenzione, creando de facto una elevata litigiosità nei tribunali. Ne è una dimostrazione quello che sta succedendo negli Stati Uniti, dove è in vigore una normativa simile a quella che si sta per approvare qui. Una riforma di questa portata, scritta in modo palesemente lacunoso, non porterebbe quindi chiarezza ma soltanto problemi collaterali di ordine non indifferente.
Questa direttiva, se verrà approvata, sarà quindi uno scacco al software libero e a quello commerciale creato dalle piccole/medie imprese, il tutto a vantaggio dei grossi colossi informatici statunitensi.
Nel caso in cui possa interessarvi questo tema (e me lo auguro, dal momento che considero la vostra trasmissione molto autorevole e seguita da aziende e politici), mi riterrei disposto a fornirvi maggiori informazioni in merito e magari rintracciare qualche personaggio di spicco che possa essere intervistato.
Per il comitato contro i brevetti, che abbraccia trasversalmente diversi partiti politici Italiani, come AN, Verdi, DS, Radicali, si rinvia a titolo esemplificativo
http://web.fiorellocortiana.it/html/
Per un parere tecnico-giuridico, al di fuori di qualsiasi corrente politica, si segnala il sito dell'Avv. Andrea Monti, http://www.andreamonti.net/ : entrambi da anni propongono a piu' livelli l'adottabilità del software libero nella Pubblica Amministrazione.
Allego alla presente il collegamento ad una lettera di appello che e' stata spedita ad alcuni parlamentari: http://www.italy.fsfeurope.org/projects/swpat/appello-it-mep.pdf
Ringraziandovi, e rimanendo a disposizione per ulteriori informazioni, porgo distinti saluti.
Riferimenti
Mail inviata agli europarlamentari
Introduzione: io direi di eliminare qualsiasi riferimento a MS e al software open source. Per essere presa in considerazione, deve secondo me essere il più possibile oggettiva e il meno possibile enfatica e faziosa. Altrimenti uno la prende per lettera fanatica e la bolla subito.
Subject: No alla brevettabilità del software
Gent.mo On. $FIELD1,
nei prossimi giorni si svolgerà una votazione riguardante la brevettabilità del software.
Vorrei farle sapere, sinteticamente e lontano da qualsiasi integralismo, quali problemi potrebbe causare l'approvazione di tale atto, che andrebbe ad instaurare de facto un rafforzamento della posizione dominante delle major del software, creando un molopolio o un oligopolio. Tutto ciò non appare nemmeno in linea con le azioni precedentemente intraprese in passato a livello comunitario dal commissario monti nel caso Microsoft.
Con il diritto d'autore si tutela il codice del programma, mentre con un brevetto si potrà estendere tale tutela anche ad una mera "idea". Sarebbero già stati richiesti i brevetti per "idee" quali il click del mouse per svolgere un'azione, l'operatore di diseguaglianza nei linguaggi di programmazione, e altre amenità che vengono utilizzate e sviluppate praticamente in tutti i software in circolazione.
Secondo la corrente legislazione italiana e comunitaria, per essere suscettibile di brevetto, un prodotto o metodo di produzione dovrebbe soddisfare alcuni requisiti principali, tra i quali quelli di industrialità, novità, creatività e sufficienza di descrizione. È pacifico notare come “idee” banali, a volte appartenenti a concetti informatici comuni utilizzati già da decenni, non posseggano alcuni di tali requisiti.
Oltre a tutto ciò, la proposta di legge in questione non chiarisce in modo puntuale cosa si potrà o non si potrà brevettare di fronte a del software. Un atto normativo di questa portata non dovrebbe lasciar spazio ad estese lacune, che le multinazionali potrebbero sfruttare a loro vantaggio, brevettando tutto il possibile.
Quello che è brevettabile, infatti, secondo la direttiva Ue, dovrebbe diventare la "Computer implemented Invention", cioè l'invenzione che utilizza il computer. Questa, a nostro parere, è una terminologia estremamente generica che lascia margini interpretativi troppo elevati.
Al fine di affermare la propria posizione dominante, le major del settore - che, è bene ricordare, sono per la maggior parte non europee - avranno la possibilità di registrare brevetti per coprire tutti gli ambiti dello sviluppo del software, determinando la paralisi delle piccole e medie imprese europee, che sono la maggioranza.
Queste spesso non dispongono di mezzi economici sufficienti per accedere alle protezioni brevettuali, ovvero per pagare royalties su idee coperte, ovver per analizzare puntualmente il codice prodotto, verificando la NON violazione dei brevetti registrati. Si arriverebbe così ad una situazione di chiaro monopolio o oligopolio nel software, che la CE si è pur dimostrata pronta a combattere in passato, nella persona del commissario Monti (caso Microsoft).
Per dimostrare l'effettiva contraddittorietà della riforma, c'è chi utilizza un paragone con la Musica. È come se un giorno fosse possibile brevettare scale, note, accordi. Se venisse brevettata la Scala Pentatonica, improvvisamente buona parte della musica blues e parte di quella Classica violerebbe tale brevetto, con ovvie conseguenze.
Questa tendenza ucciderebbe la reale creatività umana, proteggendo soltanto chi detiene il potere economico, che con questa abile mossa potrebbe meglio controllare ogni forma di invenzione, creando anche de facto una elevata litigiosità nei tribunali. Ne è una dimostrazione quello che sta succedendo negli Stati Uniti, dove è in vigore una normativa simile a quella che si sta per approvare. Una riforma di questa portata, scritta in modo palesemente lacunoso, non porterebbe quindi chiarezza ma soltanto problemi collaterali di ordine non indifferente.
Questa direttiva, se verrà approvata, sarà quindi uno scacco al software libero e a quello commerciale creato dalle piccole/medie imprese, il tutto a vantaggio dei grossi colossi informatici statunitensi, che costringeranno gli utenti ad acquistare a prezzi sempre maggiori i loro prodotti.
Il comitato contro i brevetti abbraccia trasversalmente diversi partiti politici Italiani, come AN, Verdi, DS, Radicali.
Allego alla presente il collegamento ad una lettera di appello che e' stata spedita ad alcuni parlamentari: http://www.italy.fsfeurope.org/projects/swpat/appello-it-mep.pdf
RingraziandoLa, e rimanendo a disposizione per ulteriori informazioni, porgo distinti saluti. Firmato da chi???
Mail concisa per gli europarlamentari
TODO....
Risposte ricevute
Mail da Antonio Di Pietro
Bruxelles, 1 luglio 2004
Gentile sig. Subiaco,
rispondo alla Sua mail del 30 giugno relativa alla Direttiva europea sulla brevettabilità dei software e desidero ringraziarLa sinceramente per aver posto alla mia attenzione le puntuali considerazioni.
Come Presidente di Italia dei Valori e membro al Parlamento europeo della Commissione Giuridica, posso assicurarLe che condivido pienamente le Sue più che giustificate preoccupazioni. La brevettabilità del software è una materia molto delicata, in quanto di così vitale importanza per lo sviluppo e la sopravvivenza delle stesse PMI, vero e proprio motore dell'economia italiana. Ritengo, quindi, sia un mio preciso dovere contrastare con ogni mezzo a mia disposizione il pericoloso tentativo portato avanti da potenti multinazionali che, nel caso dei approvazione della proposta di direttiva, diverrebbero le principali nonché esclusive beneficiarie di un simile provvedimento.
Per questo motivo, ho assicurato il mio pieno sostegno agli emendamenti compromissori di Rocard, sottoscrivendoli personalmente e, coerentemente, seguirò tale linea anche in occasione della votazione finale prevista nella plenaria del 6 luglio prossimo a Strasburgo.
Cordialmente, Antonio Di Pietro